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Se vuoi scrivere, impara a leggere

Se vuoi scrivere, impara a leggere

Leggere bene per scrivere meglio

In genere gli scrittori si possono raggruppare in due maxi categorie opposte: quelli che non leggono mai e quelli che divorano un libro dietro l’altro. Difficile incontrare qualcuno che ami leggere con regolarità, ma senza smania. Eppure la lettura, così come la scrittura, non è un discorso di quantità, bensì di qualità.

 

Cerca la qualità e dimentica la quantità

Pile di libri da leggereCapita spesso che chi non ha l’abitudine di leggere rinunci in partenza al proposito di cominciare a farlo, oltretutto sotto il peso di preoccupazioni che non hanno motivo di esistere. Talvolta c’è dietro una sorta di ansia da prestazione tale per cui, scoraggiati dall’idea di non essere in grado di portare avanti l’intento con la frequenza considerata corretta, questi scrittori-non-lettori preferiscono evitare di impelagarsi in una situazione che porterebbe soltanto un impegno aggiuntivo e tanta frustrazione di corredo. Il fatto è che: non esiste una quantità giusta da leggere, un ritmo ideale, un numero perfetto di pagine al giorno. Non c’è alcuna unità di misura sotto alla quale il risultato ambito rischierebbe di non essere “l’abbastanza” sperato. Dunque? Prendi un libro e inizia a leggere qualcosa. Conta la qualità di ciò che leggi, non quanti libri all’anno riesci a consumare. E se vuoi migliorare come scrittore, scova romanzi realizzati da scrittori che abbiano ottenuto riscontri positivi nel genere che più ti appartiene. Impara dai tuoi simili che hanno raggiunto obiettivi di merito prima di te e migliori dei tuoi, utilizzando uno stile analogo al tuo.

 

Leggere Sì

Gli scrittori che leggono, in genere, sono animati da quattro motivazioni principali:

  1. Desiderio di imitazione
    • Vorrebbero che gli altri lettori si comportassero con i libri che scrivono loro esattamente come loro si comportano con i libri che scrivono gli altri, ossia sniffandoli pagina per pagina, collocandoli sopra un altarino santificato, cantando inni di gloria all’autore e terminando volumi di dimensioni bibliche nel numero di due o tre unità a settimana. Roba da Guinness dei primati.
  2. Senso di responsabilità
    • “Se io, che per altro sono scrittore, non leggo i libri che scrivono gli altri, come posso sperare che gli altri, che nemmeno sono scrittori, leggano i libri che scrivo io?” Tradotto: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Quindi, leggi.
  3. Amore per la letteratura
    • Scrivere è un’arte che va contemplata senza dover fornire alcuna spiegazione a nessuno. Leggere è cibo per l’anima. Amen.
  4. Voglia di imparare
    • Imparare dal passato, crescere, nutrirsi della sapienza altrui. Imparare da autori più affermati o più preparati o comunque affini. Imparare dallo stile di qualcun altro, assorbire insegnamenti per migliorare come scrittore, diventare professionisti a tutto tondo. In altre parole, sedere alla destra del Padre o giù di lì.

 

Leggere No

Per contro, gli scrittori che non leggono, nascondono la propria pigrizia mentale dietro ad altrettante scuse:

  1. Paura di essere contaminato
    • “E se poi scrivo in uno dei miei romanzi qualcosa che ho letto nel romanzo di qualcun altro? Se scopro che il mio stile viene snaturato, poiché tendo a copiare da chi leggo? Se finisco per plagiare un’opera senza nemmeno rendermene conto?” – tutto molto appassionante, ma infondato. Fantascienza.
  2. Umiltà
    • Fasulla. Che in realtà serve a mascherare male una radicata presunzione: “non leggo perché è un’attività noiosa e tanto non mi serve per scrivere il capolavoro che custodisco nella mia testa – del resto io sono uno scrittore; i lettori sono gli altri”. Se pensi di essere un genio, non sei un genio.
  3. Terrore della standardizzazione
    • “Se leggo quello che scrivono gli altri, finirò per uniformarmi a loro e così perderò la mia caratteristica distintiva più preziosa: il mio stile originale, che contraddistingue la mia arte”. Ti tolgo il dubbio: se ragioni in questo modo, non hai niente di speciale da offrire, pertanto non avere il timore di osare. Leggi.
  4. Tempo
    • “Faccio fatica a trovare il tempo per scrivere, dove trovo quello per leggere?” – è un po’ la domanda che pongono e si pongono tutti i non-lettori. Si potrebbero fornire tante risposte, più o meno valide, ma una di certo non ammette possibilità di replica: al bagno.